Perché mi sento a casa #1

 



Perché? Una come me, sarda per appartenenza naturale a quella terra, quelle piante, a quel mare e quel calore, italiana per infuocata passione linguistica, sardo-italiana per principio, perché mi trovo in Finlandia e mi sento a casa?

Oggi nevica, strati su strati, batuffoli, cristalli pesanti cadenti a ritmo battente in massa dal cielo uniforme grigio violetto. 

Cadendo avvolge, copre, strato su strato, attutisce il rumore, costringe a rallentare, ad analizzare il cammino. 

Lì è profondo, qui è passata una slitta. 

Mentre cammino mi ricopre, come un troll di neve. Porto una pelliccia (eco) e uno sciarpone sopra il passamontagna, doppi guanti di lana lavorati a ferri con motivi della Carelia, sono impenetrabile, slanciata e senza paura come un abete rosso, avanzo con due caffè in una mano e la busta della spesa nell'altra.

Sotto casa il ragazzo della manutenzione sposta un affare che serve per smuovere la neve dal vialetto. 

Io orsa, mi muovo massiccia, sotto lo strato di neve che mi ha già sorpreso, lui in tuta da lavoro arancione, senza cappello senza sciarpa, guance rosse, gli occhi allegri mi cercano... capisco in un attimo. 

Reggo il suo primo sguardo, che è sintassi per un finlandese, diceva, sei pronta? e sento che sta per arrivare una frase a voce, e lui parla, con l'espressione di un fratello a una sorella, ironico e birbone: PALJON LUNTA! ("tanta neve"!) E scoppiamo a ridere forte, ognuno continuando il proprio cammino, senz'altro, quella risata squillava e bucava lo spazio e il silenzio che la neve cercava di guadagnarsi, aveva scaldato il nostro mondo. 

La neve non poteva più entrarci.

Ecco perché mi sento a casa.


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